Si è aperto un notevole dibattito sul fatto che un noto gelatiere di Treviso abbia platealmente rinunciato, in occasione della presentazione al Sigep, all’assegnazione dei Tre Coni dalla Guida Gelaterie d’Italia 2025 del Gambero Rosso.
Ma ci sono voluti nove anni dall’ uscita della prima edizione della Guida per affrontare in maniera così decisa questa tematica che è comune, a dire il vero, a tutte le altre classifiche delle migliori gelaterie che periodicamente vengono diffuse, per non parlare dell’auto attribuzione dei titoli di maestro.
Non vogliamo entrare nel merito della questione in quanto non siamo a conoscenza, nel dettaglio, dei meccanismi che regolano queste cose, segnalo solo che iniziative di questo genere se continuano (la Guida delle Geletarie è alla 9. edizione) significa che rendono qualcosa anche grazie agli sponsor di settore e hanno un notevole risalto mediatico. D’altro canto sono gli stessi gelatieri inseriti che non perdono l’occasione per farsi pubblicità sui social e sui media locali …..mentre molti gelatieri esclusi forse farebbero “carte false” per essere inseriti.
Dicevamo, ci sono voluti 9 anni per aprire il dibattito ma già nel 1917, in occasione della prima edizione della Guida, Gelatonews aveva detto ciò che pensava:
17 febbraio 1017
“Anche se in Italia forse non ci sono 37.000 gelaterie, come dice il Gambero Rosso, l’uscita di una Guida che ne ha ritenuto meritevoli di menzione meno di 300, di cui solo 36 con il giudizio massimo dei “tre coni”, non poteva che suscitare qualche malcontento tra i tanti esclusi.
Lo si può rilevare anche dai commenti che ha suscitato la pubblicazione dell’articolo di presentazione nel sito della Casa editrice.
E così nel mondo del gelato c’è fermento.
Riunioni, telefonate e prese di posizione verso questa iniziativa del Gambero Rosso che, secondo molti, non rappresenta un panorama obiettivo delle migliori gelaterie in quanto non è chiaro quali siano stati i criteri per la scelta.
Molti dichiarano, ad esempio, che gli “ispettori” che dovevano dare il giudizio in certe zone proprio non si sono mai visti. Il dubbio che traspare è essenzialmente uno: come si fa a decretare quali siano “le migliori gelaterie italiane e i più bravi maestri gelatieri” se non si procede ad una verifica in tutte le gelaterie?
Certo, non è una cosa semplice, ma allora ha ragione chi giudica l’iniziativa poco veritiera e fuorviante.
Il fatto, poi, che i mezzi di informazione nazionali e soprattutto locali non abbiano mancato di dare ampio risalto alle gelaterie che hanno avuto il riconoscimento di fare il gelato più buono è diventata una forma di pubblicità negativa e di concorrenza nei confronti dei locali che la Guida non ha tenuto in considerazione”