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IL CAFFE’ ITALIANO VERSO IL RICONOSCIMENTO UNESCO

Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha approvato nel pomeriggio di ieri la candidatura a patrimonio immateriale dell’Unesco del “caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli”.
Lo ha annunciato il sottosegretario Gian Marco Centinaio sottolineando che “In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito, è parte integrante della nostra identità nazionale ed è espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo”.
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A marzo ci sarà la riunione della Commissione nazionale italiana Unesco che analizzerà il dossier licenziato dal Mipaaf. Dopo questo incontro, si dovrebbe decidere di inviare la candidatura a Parigi ed è in questa sede che i vertici dell’Unesco si prenderanno la decisione definitiva.
Anche in questo caso, come era avvenuto per la Pizza napoletana (”L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” ) non è proprio il prodotto ad essere oggetto della candidatura ma piuttosto l’aspetto immateriale come la cultura, il rito, la socialità ….. ma poi a trarne beneficio sarà comunque il “caffè espresso italiano”.
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Questo è il risultato di un lavoro iniziato ancora nel 2015 e concluso in maniera unitaria dopo che le due candidature contrapposte, presentate lo scorso anno dal Consorzio di Tutela dell’Espresso Italiano Tradizionale (Trieste) e dalla Regione Campania, avevano portato al rigetto della proposta da parte della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco invitando i due comitati a portare una proposta unitaria.
A questo punto viene da chiedersi: e il gelato italiano?
Del riconoscimento Unesco del gelato si è parlato diverse volte in quanto è indubbio che anche il Gelato Italiano, o il lavoro del gelatiere, per la sua lunga storia, tradizione, qualità e ricadute economiche e sociali, potrebbe concorrere a pieno titolo al riconoscimento Unesco.
Al di là degli auspici e delle dichiarazioni non risulta però sia mai stato avviato un iter nelle sedi ufficiali preposte anche perché, per il gelato, mancando una denominazione precisa ed altri specifici requisiti richiesti dall’ Unesco – come l’iscrizione in un “inventario del Patrimonio culturale immateriale presente nel territorio dello Stato Membro facente domanda” – la cosa appare problematica.