L’aumento dei prezzi del gelato è stato oggetto negli ultimi tempi di numerose news diffuse sui media nazionali creando, tra l’altro, la solita confusione tra gelato artigianale e gelato industriale.
Il via a questa serie di articoli è stato dato da una rilevazione del Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) (n.d.r.: non siamo riusciti a trovare il sito per approfondire), che ha elaborato i dati pubblicati sull’apposito osservatorio del Ministero delle Imprese e del made in Italy confrontando i prezzi attuali quelli in vigore nel 2021.
Sulla tematica è intervenuta ACOMAG – Associazione Nazionale Costruttori Macchine Arredamenti Attrezzature per Gelato, attravreso il suo presidente, Ing. Marco Cavedagni, la cui opinione riportiamo di seguito.
LA PERCEZIONE ERRATA DELL’AUMENTO DEL PREZZO DEL GELATO | LA NOSTRA OPINIONE
Di recente, un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano ha sollevato un grande clamore nel settore del gelato, denunciando un aumento del 30% dei prezzi del gelato negli ultimi tre anni. Marco Cavedagni, Presidente di ACOMAG, sente il dovere di commentare autorevolmente e con amarezza quanto è emerso un documento che chiarisce alcuni punti fondamentali che sono stati trattati in modo fuorviante e parziale.
Dati corretti ma fuorvianti
«Innanzitutto i dati riportati, pur essendo corretti, sono decisamente fuorvianti», spiega il presidente Cavedagni. L’articolo prende a riferimento per il gelato industriale solo le vaschette vendute nella grande distribuzione, omettendo di citare i prezzi del gelato di qualità venduto negli esercizi pubblici. Questo paragone è ingiusto e non rappresenta la realtà del mercato.
Ad esempio, i prodotti di qualità su stecco vengono venduti a 50 € al kg per il gelato a marchio Ferrero e a 42 € per il marchio Nuii (gruppo Nestlé). Stiamo parlando di prodotti industriali prodotti in serie con una shelf life di tre mesi, rispetto al gelato artigianale preparato e consumato in giornata, venduto in coppette a un prezzo inferiore a 30 € al kg. Un confronto tra questi due prodotti rende superflui ulteriori commenti’ .
L’impatto del turismo straniero
Un altro punto criticato nell’articolo riguarda l’influenza del turismo straniero sui prezzi del gelato. Questa argomentazione è sicuramente fuorviante, poiché il turismo straniero ha un impatto culturale significativo, ma non influisce sul mercato complessivo del gelato artigianale. Infatti, il gelato artigianale varia molto da regione a regione. L’effetto del turismo straniero è limitato a pochissime aree in cui i prezzi di beni e servizi sono influenzati da affitti molto elevati.
Fattori ignorati: materie prime e manodopera
«L’articolo dimentica di considerare due fattori cruciali che hanno influenzato i prezzi del gelato negli ultimi anni», continua Cavedagni. «Innanzitutto, veniamo da un lungo periodo senza aumenti di prezzo e gli aumenti delle materie prime si sono innestati su una realtà economica già tesa, creando un potenziale esplosivo per i prezzi. In secondo luogo, il gelato artigianale è ad alta intensità di manodopera, e questa è diventata indisponibile dopo l’emergenza COVID-19. La carenza di manodopera ha portato a un inevitabile aumento dei costi, che si riflette nei prezzi finali del prodotto’.
Conclusioni
È chiaro che l’articolo del Fatto Quotidiano e quelli usciti dopo, pur basandosi su dati corretti, forniscono un’analisi parziale e fuorviante della situazione. L’aumento del 30% in tre anni non è reale se si considerano tutti gli aspetti del gelato mercato, in particolare la differenza tra prodotti industriali e artigianali e l’impatto della manodopera e delle materie prime. Come professionisti del settore, è nostro dovere fornire un quadro completo e accurato della situazione, evitando generalizzazioni e confronti inappropriati che possono trarre in inganno i consumatori e danneggiare la reputazione del nostro lavoro.
Maggiore trasparenza e migliore informazione sono essenziali per evitare incomprensioni e valorizzare al meglio il gelato artigianale, prodotto che rappresenta l’eccellenza della nostra tradizione culinaria.
Leggi di più su www.acomag.it