Si torna a parlare del gelato patrimonio dell’umanità. Questa volta la notizia arriva da Firenze e l’iniziativa è del noto gelatiere, Vetulio Bondi, presidente dei Gelatieri Artigiani Fiorentini, recentemente vincitore per la categoria Pasticceri del premio “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza” di “Italia a Tavola”. Bondi ha deciso di lanciare la candidatura del gelato a Firenze poiché è qui che grazie all’estro dell’architetto Bernardo Buontalenti il gelato ha dei riferimenti
storici importanti. Sembra che nell’operazione potrebbe essere coivolto anche il Comune di Firenze, già impegnato per l’iter di riconoscimento della Bistecca alla Fiorentina. Come noto, la proposta di candidare il gelato a patrimonio Unesco non è però una novità. Già lo scorso anno, in occasione di SIGEP analoga idea venne lanciata dal presidente della Coppa del Mondo della Gelateria, Giancarlo Timballo e ripresa dal Sindaco di Rimini. Anche questa volta, poi, viene fatto riferimento al riconoscimento Unesco ottenuto dalla Pizza Napoletana, ovvero, più precisamente all’ Arte del Pizzaiuolo Napoletano. Anche se va condiviso il fatto che il Gelato Italiano per la sua lunga storia, tradizione, qualità e ricadute economiche e sociali, meriterebbe di essere inserito nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Unesco rimane un fatto ben preciso. Mentre la “Pizza Napoletana” è riconosciuta come “Specialità Tradizionale Garantita” (marchio STG) secondo un disciplinare (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale) che stabilisce in dettaglio quali debbano essere gli ingredienti e le modalità di produzione, per il gelato di tutto questo non esiste. Anzi, quando esce qualche proposta in tal senso non c’è mai stato un accordo. Quindi, se si vuole ambire a qualche risultato concreto, a nostro avviso, prima di tutto, va stabilito cosa sia il “Gelato Italiano” e poi si potrà pensare seriamente al riconoscimento Unesco, il cui iter di approvazione non è comunque così semplice ne scontato.