Come avviene ormai da qualche anno, in occasione del Sigep di Rimini vengono diffusi i numeri sulla consistenza e sulle dinamiche del settore gelato artigianale che, come è successo anche l’estate scorsa con le indagini divulgate da associazioni e centri studi, danno luogo a centinaia di news che esaltano questo comparto economico. Molto bene per il gelato artigianale, più se ne parla meglio è!
Tuttavia, se si vuole affrontare il tema in termini strettamente economici e professionali e non solo in funzione promozionale, alcune riflessioni vanno fatte. Da un po’ di tempo i numeri riguardo al numero delle gelaterie in Italia parlano di 39.000 attività, delle quali 10.000 gelaterie pure ed il resto esercizi dove comunque si vende gelato (bar, pasticcerie, ecc,). Una prima riflessione: ma si tratta sempre di gelato artigianale o anche di vaschette di prodotto industriale la cui vendita, dai dati forniti dalla stesso settore industriale, sembra sia in crescita?
Inoltre non si può non tener conto dei numeri ufficiali, quelli del Registro Imprese delle Camere di Commercio dove ad oggi risultano iscritte sotto la voce gelateria 24.153 ditte (si guardi bene, si tratta di aziende che tra le attività dichiarate rientra in qualche modo la gelateria, non solo gelaterie ma anche bar e industrie di prodotti per gelateria, arredi, attrezzature, servizi, ecc.). Da qui a 39.000 ne mancano quasi 15.000! Poi ci sono i dati che ogni anno, in estate, la Camera di Commercio di Milano ci propone elaborando i numeri ufficiali sempre del Registro Imprese. In questo caso, probabilmente a causa dei sistemi di classificazione, il dato proposto non è quello delle sole gelaterie ma vengono aggregate gelaterie e pasticcerie il cui totale, in Italia, risulta essere di 18.566 (comprese le attività ambulanti). Di queste, 14.590 sono ditte classificate artigiane. A voler essere precisi, anche i numeri riferiti alle province italiane dove la presenza delle gelaterie è più consistente (al primo posto Roma con 1400 attività) il dato è quello della Camera di Commercio di Milano che riguarda gelaterie e pasticcerie e, in ogni caso, rapportato alle 18.566 ditte e non a 39.000.
Questo per quanto riguarda i numeri ufficiali sulla consistenza del settore, ci sarebbe da discutere poi sul fatturato, sul numero degli addetti, sui dati di crescita (ma siamo sicuri?) del comparto, sul consumo pro capite, ecc. ma la cosa diventerebbe ancora più complicata.
Il termine gelato artigianale
C’è poi la questione del termine “gelato artigianale” che, come noto, viene speso in queste occasioni e, visto che non c’è ancora una normativa che specifichi di cosa si tratta, (anche se qualcosa di concreto sembra si stia muovendo sulla base della proposta di legge dell’ On. Federico D’Incà) ognuno può dire quello che vuole salvo un problema: il termine artigianale può essere utilizzato nelle insegne e nei cartelli pubblicitari solo dalle aziende iscritte all’ Albo delle imprese artigiane, requisito basato soprattutto su elementi “burocratici” che non entra tanto nel merito delle effettive procedure di preparazione. Come abbiamo rilevato qualche tempo fa c’è addirittura il rischio che una gelateria che non può essere considerata artigiana, in quanto non iscritta all’ Albo, (è il caso delle tante gelaterie che propongono ai loro clienti anche altri prodotti e hanno, quindi, un inquadramento commerciale) ma che propone un gelato preparato nel proprio laboratorio con procedure del tutto tradizionali, se per caso scrive “artigianale” da qualche parte venga anche multata. Riteniamo che per inquadrare meglio il settore il termine “Gelato di produzione propria” sarebbe più appropriato in quanto qualificherebbe l’esercente e offrirebbe al consumatore una indicazione immediata che non si tratta di prodotto industriale (senza nulla togliere a questo prodotto ma è una cosa diversa) o di semplice rivendita di gelato prodotto da altri.