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UNESCO: LA CANDIDATURA DEL RITO DEL CAFFE’ NON PASSA

Il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, che si è riunito ieri (29 marzo), ha approvato come candidatura italiana da presentare all’esame del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale per il ciclo 2023 “The Art of the Italian Opera Singing”, ovvero l‘arte del canto lirico italiano.

La candidatura del rito del Caffè espresso , dal titoloThe Italian Espresso Coffee between culture, ritual, sociality and literature in the emblematic communities from Venice to Naples”, pur essendo stata – si legge nella nota del Direttivo Unesco – molto apprezzata, non è stata approvata.

Alcuni esponenti dell’iniziativa, pur delusi, sono comunque già pronti a riprovarci.

La candidatura del rito del caffè è un lavoro iniziato ancora nel 2015 e concluso in maniera unitaria con la proposta avanzata recentemente per iniziativa congiunta dalla Regione Campania e dal Consorzio di tutela del caffè espresso italiano nazionale che univa le due precedenti partite da Venezia e da a Napoli.

unescoL’obiettivo è quello di valorizzare l’arte del caffè espresso italiano che rappresenta un vero e proprio rito.

La  proposta aveva incontrato una grande condivisione nel settore tanto è vero che, sabato 26 marzo, si era  svolta in tutta Italia la giornata nazionale del “Rito del caffè espresso italiano” con un programma di iniziative realizzato dalle comunità da nord a sud che hanno sostenuto la candidatura del caffè italiano espresso a patrimonio Unesco.

Anche il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali aveva sostenuto la candidatura come aveva annunciato al recente Sigep di Rimini il sottosegretario Gian Marco Centinaio sottolineando che “In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito, è parte integrante della nostra identità nazionale ed è espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo”.

Va ricordato che, anche in questo caso, come era avvenuto per la Pizza napoletana (”L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” ) non è proprio il prodotto ad essere oggetto della candidatura ma piuttosto l’aspetto immateriale come la cultura, il rito, la socialità.

Vediamo se saranno rese note le motivazioni della bocciatura, intanto c’è da prendere atto che un altro bene che fa parte dell’alimentazione è in lista di attesa Unesco.