Scelta di ingredienti semplici, sapori tradizionali ben riconoscibili al palato che arrivano subito al cuore delle persone: per i dolci del prossimo Natale è un ritorno alle origini. Festività più raccolta, in un contesto instabile per i costi delle materie prime della pasticceria e dell’energia per lavorarle che spinge i consumatori a riassaporare a tavola le certezze della tradizione del dolce italiano e a giocare d’anticipo con ordini online. La tendenza emerge in una ricognizione dell’Osservatorio Sigep sul sentiment di cinque maestri pasticceri da sempre legati alla manifestazione internazionale di Italian Exhibition Group dedicata alla gelateria, pasticceria, cioccolateria e panificazione artigianali e al caffè, che si terrà dal 21 al 25 gennaio prossimi nel quartiere fieristico di Rimini.
LA TENDENZA DEI CONSUMI
Da qui a Natale non si prevedono contrazioni nei consumi, né una crescita evidente. Il giro d’affari si prevede in linea con il 2021; non superiore al 2019. «Il mercato del cibo fuori casa, dal punto di vista della spesa – spiega Matteo Figura, director Foodservice Italy di The NPD Group –, continua a crescere, spinto dall’aumento dei prezzi.
Già a giugno 2022 ha raggiunto gli stessi livelli di giugno 2019, continuando a crescere durante l’estate.
Manca all’appello il target dei millennials che escono ma non consumano o consumano meno cibo fuori casa rispetto al pre-covid. Nei dati CREST di NPD Group, il totale del mercato del cibo fuori casa registra un -12% di presenze fuori casa, contro un -30% di millennials rispetto al 2019. Sebbene stia recuperando terreno la colazione, nel prossimo futuro ci aspettiamo un assestamento per la diminuzione del potere d’acquisto».
«Durante le festività di Natale, gli italiani puntano prima di tutto sulla qualità. Dopo aver passato gli ultimi due Natali con la spada di Damocle della pandemia, il desiderio di ritrovarsi e coccolarsi con sapori e dolcezze di pasticceria è più forte persino dell’inflazione. Nonostante il prezzo di questi prodotti siano mediamente più alti rispetto a quelli di largo consumo, le persone non intendono rinunciare alla qualità. Magari si acquisteranno meno prodotti, ma di un livello più alto. Un approccio che fa ben sperare per il futuro di un settore che è stato messo in grossa difficoltà negli ultimi due anni e che, per restare in piedi, non può che puntare su qualità e tradizione», è il sentiment di Alessandro Cavo, presidente dell’Associazione “Gli Storici” Caffè e Ristoranti Storici d’Italia aderente a Fipe-Confcommercio.
Scenario cui fa eco Associazione Italiana Gelatieri, che rileva il buon andamento della stagione estiva che nelle città d’arte ha spinto i consumi. «Abbiamo smesso di mangiare gelato di fatto sino a pochi giorni fa – afferma Claudio Pica, segretario generale dell’Associazione Italiana Gelatieri – con un aumento del consumo tra il 18 e il 20 per cento tra centro e Sud Italia sino a ottobre. Per Natale, la contrazione dei consumi delle famiglie è attesa. Ci sarà senz’altro più attenzione. Uno squilibrio sui rincari delle materie prime, zucchero, farina e latte in primis, che porta a rincari di produzione sino al 20 per cento nel prodotto di fascia alta e contenuto sino al 12 per cento nella fascia media, di cui per ora si fanno carico le pasticcerie».
Fonte comunicato Sigep