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GELATO E UNESCO – L’IMPEGNO CONTINUA

Il gelato artigianale, o meglio il lavoro del maestro gelatiere, è sempre in corsa per per essere inserito nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Lo ha ribadito, Giancarlo Timballo, presidente della Coppa del Mondo della Gelateria, nell’ambito delle iniziative proposte a Longarone Fiere, il 24 marzo, in occasione della Giornata europea del gelato artigianale.

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Giancarlo Timballo

Timballo, che aveva lanciato per la prima volta  l’iniziativa nel 2018 in occasione dell’apertura del SIGEP di Rimini , ha illustrato i tanti motivi per cui il gelato merita questo riconoscimento: “Abbiamo avviato il percorso – ha spiegato durante l’evento di Longarone – in quanto la tradizione dei nostri maestri gelatieri è conosciuta e consolidata in tutto il mondo, tant’è vero che la dicitura ice-cream è superata a favore di gelato, o italian gelato. Procediamo sicuri con questo che sarebbe un ulteriore riconoscimento di eccellenza dell’intera filiera produttiva e commerciale”.

La richiesta di candidatura viene ora rilanciata anche con l’ingresso tra i promotori del Comune di Longarone, situato al centro delle storiche vallate dei gelatieri bellunesi che hanno fatto conoscere il gelato nel mondo, il cui impegno è stato garantito dal sindaco, Roberto Padrin.

A sostegno di questo non semplice percorso c’è però da registrare una novità di rilievo, rappresentata dal recente inserimento del gelato, – per la prima volta in Italia – in un inventario dei beni culturali presso il competente Ministero a cura del Comune di Valle di Zoldo – presente all’incontro con il sindaco, Camillo De Pellegrin – quale attività propedeutica alla realizzazione del Museo del Gelato e dei Gelatieri.

Ciò è un passo di grande importanza in quanto tra i criteri ritenuti necessari per l’iscrizione UNESCO c’è proprio la circostanza che l’elemento sia incluso in un inventario del Patrimonio unesco gelatoculturale immateriale presente nel territorio dello Stato Membro , come definito all’articolo 11 e all’articolo 12 della Convenzione UNESCO.

L’iter e le modalità della ricerca, finanziata dallo stesso Ministero, che ha portato a questo traguardo, è stata nell’occasione illustrata dall’antropologa, Iolanda Da Deppo, che ha avuto un ruolo attivo assieme al gruppo di lavoro che ha curato il progetto, spaziando dagli elementi fisici e oggettuali agli aspetti immateriali, con storie di vita, memorie singole e corali, descrizione delle tecniche e dei saperi per restituire criticamente la complessità di vicende umane, fortemente influenzate dalla mobilità e dal confronto con culture diverse, da Venezia a Vienna, da Monaco a Parigi, da Amsterdam a Berlino.