Rilievi dell’ Unione europea alla legge del Friuli Venezia Giulia sul gelato artigianale di qualità per la violazione delle norme comunitarie sulla libera circolazione delle merci.
In particolare, risultano contestate le definizioni del gelato regionale di qualità di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a), punto 1), che la Legge prevedeva fosse realizzato come segue:
a) gelati a base latte, panna e altri derivati del latte, questi devono essere certificati AQUA ai sensi della legge regionale 21/2002, o comunque provenire dalla filiera del territorio regionale; le altre materie prime utilizzate devono provenire da filiera del territorio regionale, ove esistenti e reperibili;
b) gelati “sorbetti”, nonché per i prodotti realizzati senza latte o derivati, a base di frutta o di verdura, la frutta e la verdura utilizzate devono provenire da filiera del territorio regionale, ove esistenti e reperibili.
La Legge, 8 novembre 2021 n. 18, relativa alla promozione e alla tutela della produzione del gelato artigianale di qualità in Friuli Venezia Giulia, approvata dopo un iter iniziato ancora nel 2019, a dire il vero, in sede di dibattito, era già stata oggetto di perplessità da parte della minoranza in Consiglio proprio sul fatto di enfatizzare l’origine regionale della materia prima come determinante la qualità.
Sembra – come informa oggi il quotidiano Messaggero Veneto – che La Regione Friuli Venezia Giulia, per salvare in qualche modo il provvedimento, abbia ora deciso di abrogare le parti della normativa contestati, cioè i criteri necessari alla definizione del gelato artigianale di qualità ed i riferimenti regionali.
Tuttavia, va rilevato, come uno degli elementi cardine della Legge, cioè il disciplinare che doveva delineare i i metodi e processi di produzione del gelato artigianale di qualità, demandato ad una futura deliberazione della Giunta regionale, non fosse ancora stato completamente definito.
Ci saranno problemi anche per la legge sul gelato del Veneto?
